Le reti video, gli installatori e la Legge

Secondo il “Decreto del Fare” dello scorso agosto, chi installa una rete – comprese quelle destinate a trasportare i segnali ripresi dalle telecamere – non è più tenuto a certificare il proprio lavoro.

Massimiliano Cassinelli
Ingegnere
Progettista Reti TLC

L'Italia è il Paese in cui le leggi si sovrappongono e si contraddicono, spesso senza una logica e una visione di insieme.

E’ il caso della normativa sulle reti di telecomunicazione (“Decreto del Fare”).
Reti che, riferendosi a una legge del 1991, fino allo scorso agosto potevano essere realizzate esclusivamente da aziende in possesso di una specifica autorizzazione ministeriale.

Tra ripensamenti e bozze di modifiche, spesso in contrapposizione tra loro, il concetto di base era stato confermato dal D.Lgs. 198/2010, che avrebbe dovuto essere concretizzato da un successivo Decreto Attuativo.
Invece, quasi a sorpresa, il “Decreto del Fare” dello scorso agosto ha cancellato tutto, vanificando anche gli investimenti (pari a migliaia di euro) affrontati dalle aziende che, spaventate dalle sanzioni contenute proprio nel D.Lgs. 198/2010, si erano allineate ai dettami - spesso opinabili - della Legge in vigore.
Con l'articolo 10 “Decreto del Fare”, invece, viene cancellata la Legge in vigore e si crea, in pratica, un vuoto legislativo.
La realizzazione delle reti di telecomunicazione connesse alle reti pubbliche, infatti, è esplicitamente esclusa del DM 37/08 e, in mancanza di una normativa specifica, è oggi completamente libera.
Questo significa che chiunque, senza nessuna autorizzazione, competenza specifica o obbligo documentale, può creare un'infrastruttura di telecomunicazione, senza che il cliente, se non stabilito all'atto della sottoscrizione del contratto, possa chiedere documenti progettuali o di conformità.

Vince la qualità
Chi installa reti, comprese quelle destinate a trasportare i segnali ripresi dalle telecamere, non è più tenuto, per legge, a certificare il proprio lavoro.
Un vantaggio solo apparente, perché chi opera seriamente sa che, al termine del proprio lavoro, ma anche nel corso dell'attività installativa, le possibili variabili sono moltissime: dal banale errore di connessione al difetto produttivo di un cavo o di un connettore.
Tutte situazioni che possono inficiare il corretto funzionamento di una rete di comunicazione, che potrebbe così non essere in grado di trasmettere adeguatamente i segnali video.
Un rischio sempre maggiore, soprattutto con l'aumento di prestazioni richieste dai sistemi ad alta definizione.
Per tale ragione, chi opera con professionalità sa che la certificazione di un impianto è utile, in primo luogo, per soddisfare le esigenze del proprio committente.
Per ottenere un simile obiettivo è però necessario dotarsi di una serie di strumenti adeguati.
Troppo spesso, al contrario, lo strumento di test è considerato dall'installatore solo una spesa obbligatoria, senza nessun ritorno effettivamente utile.
Un simile approccio induce a cercare la soluzione al minor costo, con tutte le conseguenze che questo comporta.
Tipico, infatti, è il caso di chi acquista apparecchiature di seconda mano, spesso di vecchia generazione, affidandosi a siti generalisti.
A questa situazione contribuisce sia la scarsa attenzione del cliente finale, che considera la rete una commodity e non possiede le competenze necessarie per valutarne l'effettiva efficacia, sia l'impreparazione tecnica di chi effettua l'installazione stessa.
In realtà, lo strumento di test non serve solo per fornire al cliente una “certificazione” del lavoro svolto, ma permette di migliorare sensibilmente la qualità e l'affidabilità della rete stessa.
Per questo, chi intende creare reti incaricate di trasportare significative quantità di dati - tipico il caso delle immagini riprese da più telecamere di videosorveglianza ad alta risoluzione - non può prescindere dall'impiego di adeguati strumenti di test e verifica.
Allo stesso modo, le infrastrutture dedicate a trasporto di informazioni legate alla sicurezza devono garantire un elevato livello di affidabilità, che necessità di un'adeguata verifica di quanto realizzato.

L’importanza di uno strumento
di diagnostica di buon livello

Dovendo scegliere lo strumento da adottare, partiamo dall'ipotesi di prendere in considerazione soluzioni in grado di effettuare tutte le misure richieste dagli attuali standard di comunicazione, garantendo al contempo risultati affidabili.
Lo strumento da acquistare deve prendere in considerazione alcuni fattori fondamentali, sia per garantire un'adeguata efficacia dell'attività svolta, sia per proteggere l'investimento effettuato.
Il primo aspetto da considerare è, indubbiamente, la facilità d'uso.
Senza dimenticare che, spesso, le condizioni di lavoro sono tutt'altro che agevoli, così come un installatore non è disposto a dedicare molte ore per apprendere il corretto funzionamento e la configurazione di uno strumento, sia perché questa non è la sua attività principale, sia perché, al crescere della complessità, aumenta, in modo esponenziale la probabilità di commettere errori.
Così come cresce la tentazione di bypassare alcune operazioni che, al contrario, potrebbero rivelarsi particolarmente utili.
Da qui, la necessità di identificare una soluzione capace di guidare l'operatore, sfruttando anche la possibilità di affidare alcuni compiti, soprattutto quelli più semplici e ripetitivi, a personale privo di un elevato livello di specializzazione.
Mentre, le figure con una maggiore esperienza (e un maggiore costo orario) potranno dedicarsi compiti più delicati o ad analisi di maggior dettaglio.
Occorre prendere in considerazione il fatto che utilizzare uno strumento di questo tipo solo per veder comparire la scritta “Passato” o “Fallito”, è decisamente poco utile dal punto di vista pratico.
Ovviamente, la conferma di aver compiuto correttamente il proprio lavoro rappresenta una soddisfazione dal punto di vista personale, ma anche la certezza di poter considerare conclusa l'installazione.
Non possiamo però dimenticare che, senza un'adeguata analisi dei risultati ottenuti, i margini potrebbero essere limitati.
Questo comporta che, nel volgere di poco tempo, alcuni problemi emergeranno anche come conseguenza alla normale usura della componentistica.
Al contrario, il messaggio “Fallito” comporta, necessariamente, la necessità di rivedere l'attività svolta per individuare la fonte dei problemi.
La semplice indicazione del mancato superamento del test, infatti, non aiuta l'installatore a risolvere il problema.
Senza il supporto di un valido strumento diventa così necessario percorrere a ritroso l'intero impianto, nella speranza di individuare rapidamente l'origine delle scarse prestazioni.
In caso contrario, è necessario procedere per tentativi, con il rischio, in alcuni casi, di dover persino sostituire una parte dell'infrastruttura fisica.
Al contrario, il costo di uno strumento di diagnostica di buon livello, utilizzato da una persona in possesso delle necessarie competenze, viene rapidamente ammortizzato dal fatto che consente di individuare con precisione la fonte del problema.
Infatti, oltre a verificare il rispetto delle prestazioni attese, un buon strumento è in grado di indicare le possibili origini un problema, fornendo indicazioni precise sull'area nella quale è necessario focalizzare l'attenzione.
Arrivando, in alcuni casi, a suggerire anche la necessità di sostituire una presa o una tratta di cavo danneggiata.
Il tutto senza dimenticare che uno strumento preciso e affidabile può servire per replicare anche a eventuali contestazioni da parte dell'utente, dimostrando che l'infrastruttura creata funziona correttamente, mentre l'origine del problema è diversa.

Il valore degli “optional”
L’installatore che subisce lo strumento di certificazione solo come un'apparecchiatura di test, tipicamente si limita ad acquistare il prodotto e utilizzarne le funzioni di base, ignorando spesso la ricca dotazione di opzioni che, se opportunamente sfruttate, possono rappresentare un valido supporto all'attività quotidiana.
Lo strumento fornisce, infatti, numerose indicazioni che, però, devono essere conosciute, il che richiede di dedicare alcune ore alla formazione degli operatori, anche se a fronte di vantaggi sensibili.
Il tempo investito nel prendere confidenza con tutte le funzionalità, infatti, ripaga abbondantemente, in quando permette di individuare in pochi minuti un problema che, in caso contrario, assorbirebbe ore di lavoro.
Purtroppo - e questa è una caratteristica comune a molti apparecchi - i manuali risultano spesso lunghi e poco pratici, con la conseguenza di essere consultati solo a fronte di effettivi problemi.
Condizioni in cui, complice la necessità di “fare in fretta “, diventa ancora più difficile comprenderli adeguatamente.
Anche per questa ragione, i costruttori di riferimento propongono, tipicamente, corsi per illustrare le funzionalità più avanzate delle proprie apparecchiature, mettendo a disposizione tutte le conoscenze necessarie per sfruttare al meglio l'investimento.

Anche gli strumenti invecchiano
Nella scelta delle strumenti di misura, acquisisce un ruolo fondamentale l'affidabilità e la capacità di resistere alle difficili condizioni ambientali tipiche di un impiego sul campo.
Malgrado l'attenzione e la cura richieste da apparecchiature elettroniche, infatti, non possiamo dimenticare che i test si svolgono, spesso, in ambienti decisamente ostili in termini di temperatura, umidità e illuminazione solare, oltre all'inevitabile presenza di urti e vibrazioni.
Per questa ragione, è opportuno identificare una soluzione in grado di garantire un buon livello di resistenza meccanica, con un'attenzione particolare alla facilità di lettura del display.
Il tutto senza dimenticare, ovviamente, la dotazione di una batteria di riserva, per evitare di dover sospendere la propria attività a causa di problemi di alimentazione.
Malgrado la cura nella realizzazione e nell'utilizzo, uno strumento di certificazione subisce, nel tempo, una degradazione delle proprie prestazioni.
Un aspetto che può influire negativamente sull'efficacia delle misurazioni realizzate, anche in considerazione del fatto che è necessario disporre di un'elevata precisione, soprattutto nelle reti di nuova generazione chiamate a funzionare a elevata frequenza.
Inoltre, quando si opera su infrastrutture in fibra ottica, anche la semplice presenza di particelle di polvere può inficiare la correttezza della misura.
Per tale ragione i costruttori consigliano di effettuare, annualmente, la calibrazione del proprio strumento, affidandosi a laboratori certificati e qualificati.
Gli stessi laboratori, poi, forniranno la documentazione per certificare la corretta funzionalità dello strumento e, quindi, l'affidabilità delle misure effettuate.
Un accorgimento che consente di prevenire il rischio di contestazioni da parte del cliente, che potrebbe non accettare i risultati forniti da strumenti privi di un recente certificato di conformità, con tutte le conseguenze pratiche che questo comporta.
Non possiamo, infine, dimenticare che uno strumento di misura è, fondamentalmente, un'apparecchiatura elettronica - in possesso di un proprio software - e che gli standard sono in continua evoluzione.
Per tale ragione, è opportuno orientarsi verso strumenti firmati da produttori capaci di garantire assistenza nel tempo e, soprattutto, la possibilità di scaricare dalla rete tutti gli aggiornamenti necessari.

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