Immagini criptate, il parere dell’investigatore

Quali vantaggi offre un sistema in grado di criptare le immagini per renderle visibili solo su richiesta del Magistrato? Il punto di vista di Vincenzo Scognamiglio, esperto di investigazioni presso la Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Monza.

Massimiliano Cassinelli

Come è emerso dalla Tavola Rotonda organizzata dalla Rivista Sicurezza lo scorso maggio e dai numerosi articoli e interviste pubblicati sui numeri scorsi, l’installazione di telecamere in quei luoghi in cui - in base alle Leggi in vigore - la videosorveglianza è vietata, è possibile ricorrendo a un sistema in grado di criptare le immagini per renderle visibili esclusivamente su richiesta del Magistrato e a seguito di un evento circostanziato.

Per chi, quotidianamente, deve confrontarsi con la necessità di inseguire ogni più piccolo indizio, una simile tecnologia potrebbe rappresentare un valido aiuto.
Un ambito, quello delle indagini, in cui è specializzato Vincenzo Scognamiglio - appartenente alle Forze dell'Ordine in servizio presso la Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Monza - il quale sottolinea come sia necessario valutare sia gli aspetti positivi che quelli potenzialmente negativi di tale soluzione.

Iniziamo dai vantaggi che un sistema di criptazione delle immagini è in grado di offrire alle Forze dell’Ordine…
È evidente che un crescente numero di telecamere in grado di acquisire immagini, anche in scenari attualmente vietati dalla normativa in vigore, rappresenterebbe, per le Forze dell'Ordine, un notevole aiuto. Anche in considerazione del fatto che, come dimostrano recenti fatti di cronaca, proprio le videoregistrazioni si sono rivelate determinanti in numerose occasioni. A questo si aggiunge il fatto che, grazie alla criptazione, le immagini possono essere detenute per un tempo maggiore. Sarebbe quindi possibile acquisirle anche quando le denunce vengono fatte a distanza di tempo. Mentre, attualmente, le immagini devono essere cancellate, per sovrascrittura e in automatico, dopo poco tempo. È questo il caso delle truffe, di cui ci si accorge spesso a distanza di settimane, quando ormai risulta impossibile sfruttare simili elementi di prova. Come investigatore, quini, non possono che apprezzare la diffusione di un simile sistema.

Lei, però, non nasconde qualche perplessità...
Non possiamo trascurare che, in alcune indagini, la tempestività diventa fondamentale. Soprattutto in caso di incidenti gravi o di atti violenti, abbiamo l'esigenza di acquisire e visualizzare immediatamente le immagini, per indirizzare correttamente le indagini. Non dobbiamo dimenticare che i dati video rappresentano solo uno degli elementi del nostro lavoro, che sfrutta anche le tecniche tradizionali dei pedinamenti, così come le intercettazioni telefoniche o ambientali. Ma queste attività devono iniziare il prima possibile, poiché tutto il tempo perso rappresenta un vantaggio per il malvivente. E’ quindi intuibile che perderemmo troppo tempo se, prima di acquisire le immagini criptate di una telecamera, dovessimo chiedere l'autorizzazione al Magistrato, rintracciare il possessore della chiave di decriptazione, entrare in possesso di questo strumento e - solo dopo tutto questo - poter visionare le immagini. Esiste il rischio che, tra il momento della denuncia e la visione dei filmati, trascorrano molte ore, che potrebbero permettere all'autore del reato di arrivare persino oltre confine, ma anche di crearsi un alibi o di nascondere altre prove…

Servirebbe una sorta di “chiave master”, in grado di decriptare qualsiasi immagine ripresa con un simile strumento…
Una soluzione di questo tipo permetterebbe di coniugare le esigenze di privacy e quelle investigative. Non possiamo però trascurare il fatto che, anche tra le Forze dell'Ordine, esistono persone che mettono in atto comportamenti scorretti e dotarle di un simile strumento rischierebbe di vanificare la validità della criptazione. Una soluzione, dal punto di vista pratico, potrebbe consistere nel consegnare questa sorta di “passepartout” solo a singoli soggetti ben identificati e la cui attività di decriptazione possa essere tracciata, costringendoli a rendere conto di un eventuale abuso.

Lei sottolinea la necessità di avviare tempestivamente le indagini. Alcuni, però, sostengono che anche le riprese “a distanza di tempo” siano sufficienti a identificare l'autore del reato...
Questo è vero solo in parte. Oltre agli aspetti già sottolineati, non possiamo essere sicuri, a priori, che una telecamera inquadri davvero il volto di una persona. In ogni caso, poi, il soggetto potrebbe essere in qualche modo mascherato. Per questo, analizzando tempestivamente le immagini, siamo in grado di cogliere alcuni dettagli, dalla camminata alla presenza di una cicatrice, che possono aiutarci a restringere il campo dei potenziali indagati, attivando così anche gli altri strumenti a nostra disposizione.

Per riconoscere tali dettagli, servono immagini di qualità impeccabile…
Ritengo che questo sia fondamentale perché, altrimenti, si rischia di spendere soldi senza aumentare davvero il livello di sicurezza. A maggior ragione, scegliendo un sistema di cripatazione come quello proposto da Ant@res, è importante valutare l'elevata qualità delle immagini ottenute poiché, in caso contrario, si creano false aspettative soprattutto a danno degli inquirenti. Personalmente, consiglio di non registrare le immagini sono il locale, ma di trasmetterle anche in remoto, benché questo comporti l'esigenza di disporre di adeguate reti di telecomunicazione. Più volte, infatti, è accaduto che l'autore di un reato abbia sottratto o distrutto i sistemi di registrazione, vanificando anche l'impianto più costoso e sofisticato. Anche per tale ragione, è opportuno rivolgersi a installatori qualificati e conosciuti, in possesso delle necessarie competenze tecnologiche e, soprattutto, dell'affidabilità, anche se propongono una soluzione innovativa. Alcune aziende di copertura, infatti, offrono impianti di videosorveglianza a prezzi particolarmente aggressivi, usando poi questi impianti per controllare un determinato ambiente. Ciò permette loro di agire indisturbati e con la certezza di ottenere il massimo della propria azione criminale.

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