Gestione delle emergenze – Efficienza ed efficacia nel binomio Smart & Safe

L’utilizzo di tecnologie evolute e di nuovi modelli organizzativi per il miglioramento della sicurezza pubblica e la protezione delle infrastrutture critiche è una priorità
L’utilizzo di tecnologie evolute e di nuovi modelli organizzativi per il miglioramento della sicurezza pubblica e la protezione delle infrastrutture critiche è una priorità

Integrazione delle tecnologie e coordinamento delle risorse, protezione delle infrastrutture critiche e sicurezza pubblica: per la gestione delle emergenze, nelle “città intelligenti”, la continuità operativa e il rapido ripristino del funzionamento dei servizi essenziali sono i must 

Nel quinquennio 2015-2020 è prevista una crescita con un tasso annuo del 5,9% per il mercato europeo delle tecnologie di Command e Control Room. A dirlo è una ricerca di IHS Markit del 2016 (Command and control room/PSAP market EMEA - IHS Markit - July 2016). E, in un contesto mondiale in cui fino al 2030 - secondo l’Onu - l’aumento della popolazione si concentrerà nelle aree urbane, l’esigenza di una maggiore sicurezza in città sempre più evolute e “intelligenti” fa eco a un nuovo indissolubile bisogno: al concetto di “Smart City” si deve affiancare quello di “Safe City” che «per noi - spiega Angelo Gazzoni, Country Manager Italia di Hexagon Safety & Infrastructure, specializzata in soluzioni tecnologiche per la sicurezza e la protezione di infrastrutture critiche - è il prerequisito essenziale».

Nuove esigenze

L’esigenza di sistemi sempre più complessi e a modelli di governance del rischio in capo a svariati soggetti, pubblici e privati rende la gestione delle emergenze un tema molto complicato dal punto di vista operativo e gestionale. Hexagon risponde con un vero e proprio modello di “Safe City”. «Da un lato, c’è il tema dell’efficienza operativa, ovvero la capacità di coordinare efficacemente lo sforzo di tutti gli attori. Dall’altro, non si deve trascurare l’esigenza del risparmio delle risorse pubbliche. La risposta - sottolinea Gazzoni - è nell’integrazione di diverse tecnologie, consolidate ma anche di nuova generazione, all’interno di un unico framework che consente di non duplicare e, quindi, di non disperdere gli sforzi». Ed ecco che cloud e big data a supporto degli analytics diventano strategici anche nella gestione delle situazioni di emergenza. «Diamo la possibilità di raccogliere informazioni e “indizi” di quanto può accadere tramite sensori, telecamere e, perché no, open data resi disponibili anche da diversi enti pubblici e distribuiti sul territorio. Anzi - ricorda - spesso è proprio l’integrazione e l’incrocio di dati che consente di creare informazioni. Informazioni che, portate in sala di emergenza, grazie a tecnologie tipiche di business intelligence e con una forte componente geospaziale, consentono di elaborare il data mining e di interpretare i possibili pattern che avvisano che qualcosa sta accadendo. Tutto questo, naturalmente, inserito in un’ottica previsiva».

Modelli previsionali avanzati

L’utilizzo di tecnologie evolute e di nuovi modelli organizzativi per il miglioramento della sicurezza pubblica e la protezione delle infrastrutture critiche è dunque una priorità. Tutto deve avvenire in modo coordinato e integrato, e le risorse devono essere sfruttate in modo organizzato ed efficiente, rispondendo - non da ultimo - alle esigenze e alle aspettative del cittadino.

È questo, dunque, «il momento di utilizzare soluzioni tecnologiche in grado di far diventare le Smart City anche Safe City, attraverso strumenti e processi che mettano tutti gli operatori e gli attori interessati nelle condizioni di rispondere immediatamente e in modo efficace all’emergenza. Attivando un flusso di scambio di informazioni costante e aggiornato sull’evento tra sala di controllo e gli operatori sul campo, è possibile aumentare la capacità decisionale per elaborare in tempo reale un piano di azione efficace, monitorando man mano la situazione in evoluzione per risolvere l’emergenza - conclude Gazzoni - il più rapidamente possibile e con il minor impatto».

Le soluzioni utilizzate in ambito emergenza sono fondamentalmente di due tipi: una per gestire le numerose richieste di soccorso e dispacciare risorse (CAD - Computer Aided Dispatching) e una per pianificare e gestire (Planning&Response) una grande operazione che si estende per un lungo periodo temporale.

I/CAD è la soluzione Hexagon per la gestione di sala operativa di incident management che fa “call taking e dispatching” di risorse e consente di fare il 112 “multi-agency”, ovvero di dispacciare risorse appartenenti a diversi enti da parte di un solo operatore. Tecnologie di questo tipo permettono di risparmiare minuti preziosi per le operazioni di soccorso, identificando le risorse più vicine, delineando i percorsi ideali e definendo in dettaglio le procedure da eseguire. I/CAD vanta svariate referenze tra le grosse realtà che la utilizzano da numerosi anni. Dal già citato supporto alla Polizia della regione dell’Uttar Pradesh in India alla Provincia Autonoma di Bolzan, che gestisce in modo integrato ambulanze, Protezione Civile e Vigili del Fuoco; dalla Polizia Bavarese, che gestisce in modo unificato le forze di polizia della regione, alla soluzione - particolarmente innovativa - del numero unico delle emergenze (911) di Washington DC e di New York City. Hexagon ha inoltre recentemente lanciato la soluzione OnCall per I/CAD che fornisce un’interfaccia utente dinamica e intuitiva e che, permettendo anche implementazioni cloud, può consentire a grandi organizzazioni e piccole agenzie di dotarsi di sistemi di sicurezza all’avanguardia.

IPR - Intergraph Planning & Response è, invece, la soluzione che permette di gestire un solo evento importante prolungato nel tempo come calamità naturali (un’alluvione o un terremoto), grandi operazioni di lunga durata (protezione confini da flussi migratori, situazioni umanitarie, emergenze sanitarie), incidenti industriali (incendi, inquinamento aria o fiumi) o di infrastrutture (trasporti, servizi di utilità). Consente, nello specifico, di avere un quadro operativo unificato, di definire un piano di operazioni e di procedure ottimizzate per far fronte all’emergenza o a una situazione di crisi nell’ottica di salvare persone e cose. Intergraph Planning & Response è, per esempio, utilizzato dalla Polizia di frontiera elvetica per la protezione dei confini e dalla Polizia Federale tedesca che, per esempio, lo ha utilizzato anche per la gestione del G7 di Schloss Elmau nel 2015.

Business intelligence e sicurezza pubblica

Angelo Gazzoni, country manager Italia di Hexagon Safety & Infrastructure
Angelo Gazzoni, country manager Italia di Hexagon Safety & Infrastructure

Intervista ad Angelo Gazzoni, Country Manager Italia di Hexagon Safety & Infrastructure

Quale lo stato dell’arte della business intelligence nella sicurezza pubblica?

Il nostro core business è la pubblica sicurezza per quanto riguarda le sale operative. Ossia, sale di primo livello (Forze di Polizia, Vigili del Fuoco, etc.) e di secondo livello (911 nel mondo anglosassone e 112 in ambito europeo). Nostra prerogativa è la gestione multi-agency, ovvero la capacità di gestire in maniera unificata il dispacciamento multi-forze direttamente da una sola interfaccia, quindi senza dover reindirizzare una richiesta di intervento su più “centralini”.

Quali le referenze chiave?

Negli anni abbiamo portato avanti tecnologie solide con referenze che vanno dagli Stati Uniti alla Nuova Zelanda, dalle piccole municipalità a regioni intere - si pensi che, a tal proposito, una regione dell’India in particolare, l’Uttar Pradesh, conta oltre 220 milioni di abitanti e vi si gestiscono fino a 120 mila chiamate al giorno – fino a situazioni particolarmente critiche come la città della Mecca. Grazie a questa esperienza, integrando sempre di più le tecnologie esistenti, frutto anche di 15 o 20 anni di sperimentazione sul campo, abbiamo sviluppato un concept di Safe City che, all’interno di un solo framework di utilizzo di tali tecnologie, processi e modelli di implementazione, vede un forte coordinamento tra le forze di pubblica sicurezza, deputate a gestire le emergenze, e tutti quegli attori che incidono sul funzionamento della città stessa, ovvero trasporti, multi-utility, telecomunicazioni, ma anche pubblica amministrazione, scuole, grandi aziende.

Come cambiano gli scenari in Italia rispetto al resto del mondo?

Da un punto di vista della gestione delle forze pubbliche, le attività e il supporto nelle sale emergenze con tecnologie che le aiutino a essere più efficaci sono sostanzialmente simili in tutto il mondo. Anche in Italia il trend di richiesta di protezione da parte di enti, aziende e organizzazioni è in decisa crescita, ma il nostro Paese vive un caso a sé per quanto riguarda le infrastrutture di Protezione Civile a causa della conformazione geologica tipica dello Stivale: situazioni come terremoti, alluvioni e dissesti idrogeologici creano emergenze da gestire sempre rapidamente ed efficacemente, ma prolungate nel tempo. Qui interveniamo con una soluzione di tipo Planning&Response, che consente di pianificare e coordinare tutte le operazioni e le risorse in maniera dettagliata, comprendendo all’accadere dell’emergenza chi fa che cosa, tramite workflow predefiniti, seppure con i dovuti margini di discrezionalità. Le nostre tecnologie valgono, infatti, sia per situazioni pianificate - si pensi ai grandi eventi come il G8 dell’Aquila, le Olimpiadi di Londra o il Forum di Davos, a gennaio di quest’anno - sia per la gestione di situazioni mirate come, per esempio, nel caso del soccorso alpino, attualmente gestito in Svizzera.

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