Business Intelligence e sicurezza urbana

Partendo da una piattaforma di Business Intelligence, Torino ottimizza gli interventi finalizzati alla sicurezza del tessuto urbano.

Massimiliano Cassinelli
Ingegnere
Progettista reti TLC

La gestione di una grande città implica problematiche enormi, aggravate dalla difficile situazione economica e da un'immigrazione spesso incontrollabile.
Condizioni accentuate in una realtà territoriale come Torino, dove la trasformazione del tessuto economico ha avuto significativi impatti anche sulla realtà sociale e sulle disponibilità economiche dell'amministrazione comunale, chiamata a ottimizzare anche i fondi destinati alla sicurezza.
Da qui la scelta di sviluppare una soluzione in grado di fornire informazioni costanti e aggiornate sulle effettive condizioni di rischio, partendo da una serie di indicatori specifici e sfruttando le più moderne tecnologie di comunicazione e di elaborazione dei dati.
É nato così il Cruscotto di Sicurezza Urbana di Torino, con l'obiettivo di fornire ai responsabili della sicurezza integrata, indipendentemente dal fatto che debbano assumere decisioni politiche o operative, uno strumento di monitoraggio dinamico delle effettive condizioni dei territori amministrati.

Come nasce il Cruscotto di Sicurezza Urbana
Gli sviluppatori di CSI Piemonte - il Consorzio per il Sistema Informativo al quale la pubblica amministrazione piemontese affida la gestione e la realizzazione dei propri servizi ICT - hanno sviluppato una soluzione basata su uno degli strumenti previsionali più diffusi e apprezzati sul mercato: un motore di elaborazione nato per le cosiddette analisi di Business Intelligence.
Da anni le aziende sfruttano questa “scienza” per compiere una serie di scelte economiche e produttive.
Nell'ambito del Business, infatti, è sempre più importante interpretare i bisogni e i trend del mercato, per pianificare al meglio la propria politica commerciale.
Lo stesso principio è stato adottato nella pianificazione degli interventi di sicurezza urbana, in quanto solo raramente i fenomeni risultano isolati.
Al contrario, nella maggior parte dei casi, è possibile individuare le aree in cui è maggiormente probabile il verificarsi di un crimine.
Sulla scorta di questa previsione, è possibile intervenire in modo mirato, con attività preventive di Polizia, ma anche con la realizzazione di infrastrutture e servizi che possono arginare alcuni fenomeni: un semplice potenziamento dell'illuminazione pubblica, in molti casi, si è rivelato efficace nel contrasto ad alcuni episodi di micro-criminalità o di vandalismo.
Su una simile modalità operativa, resa disponibile dalla moderne tecnologie, stanno investendo le cosiddette Smart City, ovvero realtà territoriali capaci di sfruttare l'Information Technology per migliorare i servizi offerti ai cittadini e la qualità della vita.
Contrariamente alla numerose realtà in cui il concetto originario di Smart City si è smarrito, attribuendo l'aggettivo smart anche a soluzioni prive di una reale intelligenza, in questo caso Torino ha puntato su un'effettiva eccellenza.
La conferma arriva dal fatto che la piattaforma operativa sta dimostrando, nel tempo, la propria efficacia, anche in virtù di una crescente capacità nell'alimentarla con enormi moli di dati da elaborare.
Il sistema, infatti, rileva costantemente i fenomeni e le variabili che determinano le condizioni di sicurezza del territorio e la percezione delle persone.
Questo permette agli addetti di sviluppare scenari di simulazione predittiva, che si integrano con le condizioni del territorio urbano e possono prevenire le situazioni di disagio che sfociano poi in minor sicurezza.

Gli obiettivi
L'analisi di dati e dinamiche, del resto, non è una novità. Ma, in passato, è sempre stata affidata a operatori umani, chiamati a analizzare migliaia di dati, spesso provenienti da fonti disomogenee, per fornire un'interpretazione di quanto stava accadendo.
Una modalità che, però, non è sempre obiettiva e tempestiva.
Questo perché le considerazioni finali, spesso disponibili dopo settimane, possono essere influenzate dalle percezioni personali, ma soprattutto limitate da una visione parziale degli indicatori.
Il tutto aggravato dal fatto che le elaborazioni manuali, o supportate da semplici fogli di calcolo, richiedono lunghi tempi e i risultati sono spesso forniti in ritardo rispetto all'evoluzione reale di un fenomeno.
Lo scopo di un cruscotto dedicato, invece, è quello di operare in tempo reale, con informazioni sempre aggiornate e basate su principi di elaborazione condivisi e obiettivi.
Per questa ragione, il Cruscotto non raccoglie i dati forniti da un solo soggetto, ma attinge ai database più svariati, mettendo tutto a fattor comune.
Le indicazioni provenienti dagli uffici comunali e della Polizia municipale, infatti, si integrano con i dati forniti da Prefettura, Questura, Guardia di Finanza e altre istituzioni.
Gli operatoti dispongono così, via Web, di una visione immediata e intuitiva del territorio e delle sue dinamiche. Il che si trasforma in analisi tempestive e accurate.
La chiave di interpretazione, infatti, è centralizzata e non si basa esclusivamente sulle fonti “istituzionali”, ma viene arricchita con variabili di tipo percettivo, fornite direttamente dai cittadini stessi.
Il tutto completato dalla capacità di individuare geograficamente, attraverso una mappatura GPS, la posizione esatta delle “antenne” dislocate sul territorio.
Anche per questa ragione, il sistema acquisisce i dati georeferenziati forniti da numerosi enti pubblici e da altri soggetti che operano sul territorio.
Basti pensare, ad esempio, che il sistema integra persino fonti come ATC (Agenzia Territoriale per la Casa) e GRTT (Gruppo Trasporti Torinese).
Realtà quotidianamente attive su tutto il territorio cittadino, i cui dati si aggiungono a quelli forniti, oltre che dalla Prefettura e dalla Caritas, anche dall'Ordine degli Architetti, dalle ASL e dalla Camera di Commercio.
L'obiettivo dello strumento, in sostanza, è quello di ottimizzare gli interventi dell'amministrazione sulla scorta di quanto suggerito da una serie di indicatori che, comunemente, non dialogano tra loro.
I dati quotidiani, quindi, vengono integrati con le serie storiche, consentendo interventi di pianificazione a medio e lungo termine, ma anche iniziative tempestive.
Il tutto per rimuovere, nel minor tempo possibile, le condizioni che possono favorire l'attività criminale e mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini e del patrimonio.

L'esempio di San Salvario
Un esempio concreto dei risultati ottenuti è rappresentato da quanto verificato nel territorio di San Salvario, a Torino, dove, in base ai dati dell'ultimo decennio, gli indicatori utilizzati hanno permesso di tracciare le variazioni relative all'insediamento delle popolazioni immigrate.
Una situazione che, a sua volta, ha modificato la presenza di alcune tipologie di attività commerciali.
Analogamente, una serie di fenomeni di disordine urbano e di degrado hanno caratterizzato aree specifiche che, anche in assenza di significativi episodi criminali, determinano una crescere sensazione di insicurezza.
Inoltre, è emerso come tali fenomeni, in passato molto più diffusi, si siano progressivamente concentrati in aree ben determinate.
Una conferma dell'efficacia di alcuni degli interventi mirati effettuati nel tempo. Interventi che non sono stati legati necessariamente ad azioni di Polizia, ma spesso correlati alla riqualificazione urbana.
É emersa, ad esempio, una stretta relazione tra la presenz/assenza di illuminazione e l'emergere di elementi di criticità o di allarme.
Proprio l'intuitività delle informazioni, disponibili con differenti livelli di accesso, permette a chi è chiamato ad assumere decisioni strategiche - ma anche a chi deve operare sulle emergenze quotidiane - di utilizzare tutte le risorse disponibili, sfruttando al meglio le opportunità messe a disposizione dall'Information Technology.

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